28 Aprile 2024

di Roberto Minnocci  – 

“Il baseball che verrà, tra romanticismo ed efficienza.”

2015

Finalmente si riparte! Un’altra stagione, allenamenti, partite, campionati. D’ora in poi sarà Baseball vero. Il tempo delle chiacchiere sta per scadere, e resterà soltanto sudore e lavoro. E non serviranno più a niente recriminazioni e scuse, sarà solo il campo a parlare e a stabilire chi avrà operato meglio. Preparandosi nel miglior modo possibile, con tutto quello che si ha a disposizione, consapevoli del fatto che la passione fa miracoli. Che l’organizzazione porta sempre risultati, ma se non ci si mette l’anima, in quello che si fa, resta fine a sé stessa. Si sono fatti grandi investimenti, in strutture e uomini, adesso tocca ai ragazzi. È arrivato il momento che credano veramente nei loro sogni, e nelle vesciche sulle mani. Non è sufficiente esserci, se non si mettono in gioco anche la fatica e i propri sentimenti. Se non c’è la voglia di crescere, di superarsi e raggiungere degli obiettivi. Con l’entusiasmo, o con l’istinto, che ti porta a mettere le dita dentro un guanto per rincorrere una pallina, o più semplicemente per trovare sé stessi. Per vincere, o almeno per provarci. Per oltrepassare qualcosa o qualcuno. È l’essenza stessa dello sport. Chi non ce l’ha può trovarla in una sessione di batting-practice, o in una serie di addominali, ma soprattutto nel sorriso di un compagno, o negli occhi rassicuranti di un coach. Perché quando il coraggio viene meno, è la forza morale che dà supporto alla paura. Al timore di non farcela. Di non essere all’altezza. E ci si affida al dugout, alla squadra, al club. Una società sportiva è come la terra, e i giocatori sono come l’humus da cui trae fertilità, mescolando chimica e spiritualità. Coltivando squadre e persone, e identificandole in un’unica entità. Senza il gruppo non si va lontano. E allora non basta allenare lo swing, ma serve il senso di appartenenza. A un colore, a una bandiera, a uno sport. Il contare su di sé, e aver fiducia in chi si ha di fianco, nello stesso momento. Perché non c’è tempo per pensare quando si sente il sibilo della palla, che attraversa il piatto come un lampo, lasciando solo un rumore nell’aria e la polvere che evapora dal guanto del catcher. Ma si può credere in un’altra occasione, perché non si è mai soli veramente quando gli sguardi ti sostengono. Un’alchimia che spinge l’istinto a centrare, in un flash infinitesimale, quella stessa palla sibilante che la mente può solo immaginare, ma che una mazza può devastare. Il baseball offre sempre una nuova possibilità. È questo il suo fascino, la sua seduzione. Una speranza, un esempio da cui ripartire in questi anni bui. C’è sempre una luce da accendere, una scommessa da vincere. C’è sempre una chance, un’opportunità da cogliere. Ed è quello su cui confidare in questo nuovo anno. Molte società hanno puntato e rilanciato sul baseball, come una sorta di pietra filosofale da cui estrarre l’elisir di lunga vita, creando appeal per i giovani e per il loro futuro, oltre che per il proprio (e l’Academy Nettuno ne è un esempio). Associazioni supportate da passione e amore, ma anche da investimenti e mentalità imprenditoriali. Sogno e realtà. Sacro e profano. Spiritualismo e materialismo, che si fondono e si scindono in continuazione, ma da cui non si può più prescindere. Ci si aspetta che anche altre società mirino al domani con una nuova visione di questo sport, puntando anch’esse alla ripresa del baseball con opportune azioni correttive. La conoscenza della realtà ormai è secondaria al pragmatismo di un’efficace soluzione dei problemi. Perché non c’è più tempo di capire cosa sta succedendo. È più urgente fare in modo che non succeda.