19 Aprile 2024

di Roberto Minnocci  – 

“Le aspettative di Leonardo Mazzanti e la sua Accademia.”

Pic 246Il fungo in un angolo e i bicipiti ancora fumanti, una presa di tabacco e la sputacchiera sempre a tiro, è un Leonardo Mazzanti double-face. Tecnico sopraffino, preparatore atletico “cattivissimo”, lo sterminatore degli addominali, con fischietto e cronometro al collo, che dopo due ore di allenamento si siede dietro la scrivania e racconta i suoi punti di vista sul baseball e sulla sua Accademia.

  • Un 2016 ricco di attese, con un’offerta Academy molto importante, quali sono le tue aspettative?

“Dopo gli ottimi successi dello scorso anno, contiamo di ripeterci in questa nuova stagione che andremo ad affrontare. Il trend è positivo in tutti i sensi, con una crescita graduale della nostra organizzazione e dei nostri ragazzi. Cercheremo di ottenere il meglio in ogni competizione, con le squadre iscritte a vari campionati, che dalle otto previste potrebbero diventare addirittura dieci, infatti abbiamo continue richieste di adesioni e siamo arrivati alla bella cifra di centotrenta iscritti ai nostri corsi. Incrociamo le dita e ci prepariamo al meglio per questo 2016.”

  • Cosa propone di così attraente, l’Academy, nel panorama del baseball giovanile?

“Tra i tanti aspetti positivi che proponiamo in Accademia, credo che la qualità sia il nostro marchio di fabbrica. Io e Roberto De Franceschi, come ex giocatori, puntiamo molto sul livello tecnico da offrire ai ragazzi sul campo, inculcando la nostra mentalità nettunese basata su: lavoro, sacrificio, carattere. In sintesi, facciamo lo sport, quello vero, così come lo abbiamo vissuto noi nel corso delle nostre carriere, con i successi e le delusioni, che ti fortificano e ti fanno migliorare. Ci stiamo confrontando con altre realtà nazionali e internazionali, perché il nostro obiettivo è far crescere il baseball, in rapporto alle esigenze attuali dei giovani, e credo che ci stiamo riuscendo.”

  • Per gestire una società sportiva, è più importante il lato tecnico o quello finanziario?

“Sono due aspetti complementari, ed entrambi fondamentali. Noi seguiamo i nostri tesserati tutto l’anno, preparandoli tecnicamente con uno staff di livello molto alto. Quindi, allenamenti mirati nei mesi invernali, poi campionati, trasferte, tornei; inoltre ci teniamo ad avere un’immagine decorosa all’esterno, quindi, abbigliamento, attrezzature, materiali. Per tenere in piedi questa organizzazione c’è bisogno di risorse economiche, che sono reperite maggiormente attraverso le quote pagate dagli iscritti, e da alcuni sponsorini che ci aiutano. Per nostra fortuna, e bravura, ci siamo costruiti una buona credibilità, e attiriamo qualche piccola azienda che crede nei nostri programmi, e per adesso, insieme al contributo delle famiglie degli atleti, riusciamo a gestire efficacemente la situazione.”

  • Quali sono gli sponsor maggiormente interessati alle attività Academy?

“Le aziende che ci seguono sono gestite soprattutto da appassionati del baseball, che sono attratti dal movimento giovanile per la sua dimensione sportiva più pura. Poi c’è anche qualcuno che non conosce la nostra disciplina, ma ci aiuta semplicemente perché crede nei valori delle associazioni come la nostra, che oltre a fare sport sono un importante punto di aggregazione sociale per i giovani. Infine ci sono anche delle entità che si sono disamorate del calcio e decidono di puntare sui cosiddetti sport minori. Noi, sui giornali e sul web, stiamo investendo molto per dare visibilità alle nostre attività e ai nostri partner, ma è sempre molto difficile convincere un azienda ad investire nel baseball.”

  • Secondo te, qual è la dimensione attuale del baseball in Italia, e a Nettuno?

“A mio parere siamo in una situazione di stallo. Si dovrebbe puntare molto di più sulle esigenze delle società e sulla loro crescita. Purtroppo la situazione economica italiana ci sta penalizzando molto, ed è difficile riuscire a trovare delle soluzioni appropriate. Dal punto di vista tecnico c’è necessità di giocare molto di più, per poter crescere, però non ci sono le coperture finanziarie per gestire questa formula. È tutto molto complicato, purtroppo. A Nettuno, nonostante la storia, la tradizione e la grande passione, siamo stati coinvolti anche noi in questa crisi generalizzata. Per fortuna adesso sembra che ci sia stata un’inversione di tendenza, e speriamo che il nostro movimento torni ai suoi livelli di eccellenza, giocando con il cuore e per la maglia. Dobbiamo mantenere e continuare a trasmettere questa mentalità, che è sempre stata la nostra arma vincente.”

  • Tu quest’anno hai avuto l’opportunità di dirigere il Nettuno, cosa non è andato bene?

“Ormai è una storia superata. È stata una bella sensazione, e spero un giorno di poter riprendere da dove ho lasciato. Purtroppo non c’è stata la possibilità di lavorare serenamente, ed ho preferito fare un passo indietro. Era un momento molto contradditorio del baseball nettunese, ora spero si possa crescere con sani principi, per il bene comune di questa squadra e di questa città. Auguro il meglio a tutti.”

  • Ora sei di nuovo al timone dell’Academy, qual è la giusta rotta da seguire?

“Lavorare con passione, con tutte le persone che stanno condividendo i nostri programmi. Crescendo insieme ai nostri ragazzi. Vogliamo che l’Academy Nettuno Baseball diventi il trampolino di lancio verso i loro sogni.”