di Roberto Minnocci –
“Il baseball giocato e che si giocherà, attraverso il tempo e le stagioni.”
Il baseball appena giocato è già un lontano ricordo, finchè la mente corre attraverso il tempo e le stagioni, pensando a dove saremo domani, vincitori o vinti, immaginando quello che verrà. Ma è solo una suggestione, perché la realtà sovrasta le fantasie, con la sua urgenza, con i suoi sogni infranti. E perché è l’ora dei tornei, quelli da trenta gradi, con l’ombra affollata e i commenti assetati. Mentre la sarabanda di raduni, camp e tryout soffoca calendari ingestibili, come gramigna tra fili d’erba ignari. I campionati son terminati, o sterminati, esauriti dalle partite incerte e da rinvii a scatola chiusa, aspettando il rilancio delle gare lasciate per strada, per completare le opere incompiute e le classifiche provvisorie. Liste di squadre vere o verosimili, ma comunque scese in campo per l’appello, o per trovare un posto al sole. Chi ha partecipato per gioco, chi per vincere. Qualcuno ha esultato, altri hanno masticato amaro. Con la gioia, con la rabbia. Aspettando l’inizio o correndo verso la fine. Un epilogo irragionevolmente puntuale, come una vittoria all’ultimo inning. Come i primi della classe rimandati a settembre, non per punizione, ma per merito, vincitori temporanei, in attesa degli scontri scudettati. Tutti stanno memorizzando questo momento di stallo, proprio quando il solstizio d’estate sta archiviando la regular season, ripulendo i dugout e le casacche sudate. Mentre i pullman si riempiono della meglio gioventù, lasciando un senso di vuoto a chi è rimasto a casa e di allegra euforia agli eletti delle selezioni regionali, che stanno evaporando baseball nel classico appuntamento del TDR. Ma è solo l’antipasto di una ricca abbuffata, che porterà le formazioni giovanili in giro per l’Italia dei tornei, come giostre medievali , in cerca di coppe, medaglie e soprattutto di autostima, per essere all’altezza dei dubbi, delle paure, o delle arroganze immotivate. Tanto campo e poco mare, tante partite da giocare. Lasciando spazio ai recuperi e ai verdetti definitivi delle graduatorie. Le stesse che hanno visto l’Academy Nettuno scollinare solitaria al comando, come faceva il “Pirata”, con il cappello blu al posto della bandana gialla, conquistando il primato con la “media mille”, sulle vette del baseball youth. E poi via verso i playoff, prima che cominci la scuola, prima che faccia notte presto, con i teams accademisti imbattuti in tutte le categorie, affascinanti e qualificati, con i numeri, con le classifiche. Gli Under21, strafottenti nei calendari fatti e rifatti. I Cadetti, cazzuti e insonorizzati ai lamenti. Gli Allievi, veloci di mano e di fermenti. I Ragazzi, puntuali come la marea quando sale. Il Softball, che torna per vincere come una parabola biblica. Tutti in testa. Tutti protesi verso quell’orizzonte tricolore, che sta dipingendo i suoi strali al di là dell’estate, quando, dopo tanto calore sprecato, le partite diventeranno torride. Quarti, semifinali, finali, e poi l’inno di Mameli. Per quelli che saranno stati più bravi, più incazzati, o solo più fortunati!