20 Aprile 2024

di Roberto Minnocci  – 

“Claudio Scerrato continua a raccontare, il suo presente, il futuro, i suoi desideri.”

Pic 251Il tempo trascorre veloce, come i suoi lanci. Le parole ora scivolano più fluide, mentre tutt’intorno è un brulicare di ragazzi in divisa, e l’odore del legno si mischia al puzzo di cuoio. Posso solo immaginare i suoi occhi, dietro alle lenti scure, su cui si riflette la luce del giorno prossimo a scomparire. A volte si apre a brevi sorrisi e perfino a qualche risata, che nasconde l’impostazione “professional”, scoprendo il piacere di parlare di sport. La sua vita, il suo mondo. Claudio Scerrato e il Baseball. Croce e delizia. Un binomio indissolubile. Dal secolo scorso al nuovo millennio, dal 1972 al 2016. Con qualche ruga in più, ma con lo stesso entusiasmo di allora. Che altro dire!? Non lo so! Ce lo racconta a ruota libera Claudio.

Passiamo all’attualità, oggi fai parte dell’organizzazione dei Philadelphia Phillies, che tipo di baseball vedono gli occhi di uno Scout?

“Sono sedici anni che faccio scouting, ho iniziato con Seattle e adesso lavoro con i Phillies. Devo dirti che da scout devi guardare il baseball con una prospettiva particolare. È importante avere la percezione di cosa potrebbe darti un giocatore negli anni a venire, senza farti condizionare dal presente. Col tempo ho acquisito questa mentalità, recandomi spesso negli States e in Dominicana. Recentemente abbiamo firmato Colagrossi, a cui auguro tanta fortuna, perchè credo sia un ragazzo con delle buone potenzialità. In Italia c’è un ottimo livello, anche se manca la continuità di gioco, c’è bisogno di tante partite per migliorare e crescere. Adesso andrò in Florida per lo Spring Training, dove, oltre all’osservatore, farò anche l’allenatore. Lo scorso anno ho avuto l’occasione di tirare BP tutti i giorni a giocatori come Domingo Santana, o a Maikel Franco, che poi ha esordito in Grande Lega facendo 15 fuoricampi; poco tempo fa ci siamo incontrati in aeroporto abbracciandoci con piacere, insomma, è un’altro mondo, dove si vive di baseball a 360 gradi. In quei contesti si lavora a ritmi altissimi, con una concorrenza spietata, e i nostri ragazzi italiani, che firmiamo, a volte vanno in difficoltà, perché non abituati, però se sono supportati dalla volontà, oltre che dal talento, hanno delle possibilità per emergere.”

Nell’Academy Nettuno stai allenando alcune squadre, ti ho visto spesso arrabbiarti in campo, lo fai perché sei esigente o è un tuo metodo di lavoro?

“Entrambe le cose. A me piace lavorare bene, e cerco di insegnare questa mia filosofia ai ragazzi. Se lasci correre alcune abitudini negative, poi se le porteranno dietro per sempre, e questo è deleterio. È vero, sono esigente, ma la mia storia insegna che queste regole hanno portato dei risultati, quindi sta a loro decidere se seguirle o continuare a scherzare in campo, però chiarisco subito che le scampagnate non mi piacciono e pretendo impegno, oltre che comportamenti da atleti.  Uso questo metodo per il loro bene, io quello che dovevo fare l’ho già fatto.”

Lo scorso anno hai ottenuto dei buoni risultati con Cadetti e Under21, quest’anno cosa ti aspetti?

“La stagione scorsa ci è sfuggito il titolo Cadetti per una sola sconfitta. È un peccato, perché nel momento decisivo della serie finale ci è mancato un lanciatore partente, che si era infortunato, inoltre probabilmente abbiamo vinto troppo facilmente le gare precedenti, e quando ci siamo trovati a combattere contro le prime difficoltà, andando sotto nel punteggio, la squadra ha cambiato mentalità. Purtroppo non sono riuscito, nonostante gli stimoli esercitati, a riportarla sopra, ed è andata male. Lo sport è questo, si vince e si perde, però i ragazzi sono cresciuti tantissimo, in tutti i ruoli, e sono ampiamente soddisfatto della stagione. Quest’anno daremo seguito al grande lavoro svolto, portando molti ragazzi a comporre un buon roster nella Under21 e nella B Federale. Continueremo a insegnare baseball, e anche a vincere, fa parte delle mie caratteristiche. Credo di avere ancora la più alta percentuale tra partite vinte e perse nel mio passato di lanciatore, parliamoci chiaro, a me non piace perdere. Per questo continuo sempre ad aggiornarmi, perché c’è sempre qualcosa da imparare, e questa è la mentalità che voglio trasmettere ai miei giocatori.”

Che mi dici della posizione scomoda di un padre che allena un figlio giocatore?

“Guarda, molti mi rimproverano di aver mandato mio figlio fuori dal campo più di tutti gli altri. Diciamo che essendo sia allenatore che padre, il doppio ruolo un po’ mi condiziona, e per evitare problemi gli concedo qualche possibilità in meno rispetto agli altri, per non dare la sensazione di privilegiarlo in qualche modo. Purtroppo questa situazione è più scomoda per lui che per me, a parte gli scherzi, cerco di essere più equilibrato possibile.”

Cosa c’è nel tuo futuro, nei tuoi desideri?

“Continuare nel mio lavoro professionale di scouting, dove ho avuto la promozione a scout europeo, ed allenare a livello internazionale, ho ricevuto proposte interessanti dalla Dominicana, a cui ho dovuto rinunciare, in parte, per i miei impegni di lavoro. Spero in futuro di poter esaudire questi miei desideri.”

Infine, riassumi in una frase il tuo mondo legato al baseball. Chi è Claudio Scerrato?

“Un gran combattente!!”

Chiudiamo così?

“Si…!!”